Dostoevskij frasi
Le Dostoevskij frasi celebri selezionate in questa raccolta abbracciano l'intera gamma delle emozioni umane: dalla disperazione all'estasi, dalla sofferenza alla redenzione. Dostoevskij frasi celebri, con la sua capacità di esplorare la psiche umana, ci invita a riflettere sulla natura del bene e del male, sulla libertà e sulla condizione umana. Le sue parole, cariche di intensità emotiva, sono come finestre aperte sulla complessità della vita e sulla lotta interiore che ciascun individuo affronta.
Attraverso le Dostoevskij frasi famose di questa raccolta, ci immergiamo nel mondo tumultuoso di Dostoevskij, un mondo in cui il destino e la libera volontà si scontrano, in cui la giustizia e la colpa si intrecciano in una danza eterna. Siamo invitati a esplorare le profondità delle sue opere, ad abbracciare le contraddizioni dell'esistenza umana e a contemplare la sublime bellezza della sua prosa. Che siate lettori già affezionati a Dostoevskij frasi famose o ne scopriate le Dostoevskij frasi per la prima volta, questa raccolta offre un viaggio indimenticabile attraverso la genialità di uno degli autori più influenti della storia letteraria.
La raccolta delle più belle Dostoevskij frasi
1. Eccoli gli uomini: vanno avanti e indietro per la strada: ognuno è un mascalzone e un delinquente per natura, un idiota. Ma se sapessero che io sono un omicida e ora cercassi di evitare la prigione, si infiammerebbero tutti di nobile sdegno.
2. Ogni delinquente va soggetto, nel momento del delitto, a una specie di prostrazione della volontà e della ragione, alle quali subentra invece una puerile, fenomenale leggerezza, e ciò proprio nel momento in cui più dispensabili sono il ragionamento e la prudenza.
3. Dove mai ho letto che un condannato a morte, un’ora prima di morire, diceva o pensava che, se gli fosse toccato vivere in qualche luogo altissimo, su uno scoglio, e su uno spiazzo così stretto da poterci posare soltanto i due piedi, – avendo intorno a sé dei precipizi, l’oceano, la tenebra eterna, un’eterna solitudine e una eterna tempesta –, e rimanersene così, in un metro quadrato di spazio, tutta la vita, un migliaio d’anni, l’eternità –, anche allora avrebbe preferito vivere che morir subito? Pur di vivere, vivere, vivere! Vivere in qualunque modo, ma vivere!… Quale verità! Dio, che verità! È un vigliacco l’uomo!… Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco.
4. Era un membro di quella innumerevole e svariata legione di menti piatte, di aborti informi, di stravaganti, che non hanno completato nessuna specie di studi, che s’affrettano ad accodarsi all’idea più di moda, per involgarirla, per farne immediatamente la caricatura di tutti gli ideali a cui essi si son talvolta dedicati con sincerissimo slancio.
5. La povertà non è un vizio; ma la miseria, l’indigenza è vizio. Nella povertà voi conservate ancora la nobiltà dei vostri sentimenti innati; nella miseria, invece, nessuno mai la conserva.
6. Con la sola logica non si può scavalcare d’un salto la natura! La logica prevede tre casi, mentre ce n’è un milione!
7. Il vero dominatore, al quale tutto è permesso, saccheggia Tolone, compie il macello di Parigi, dimentica un’armata in Egitto, spreca mezzo milione di uomini nella campagna di Mosca e se la cava con un gioco di parole a Vilna; e a lui, dopo morte, innalzano statue, e quindi tutto gli è permesso. No, uomini siffatti, si vede, non sono di carne, ma di bronzo!
8. Non per aiutare mia madre ho ucciso, sciocchezze! Non ho ucciso per farmi, acquistata ricchezza e potenza, il benefattore dell’umanità. Sciocchezze! Ho ucciso semplicemente; per me stesso ho ucciso, per me solo (…) Altro avevo bisogno di sapere, altro mi spingeva: avevo allora bisogno di sapere, e di sapere al piú presto, se io fossi un pidocchio, come tutti, o un uomo. Avrei potuto passar oltre o non avrei potuto? Avrei osato chinarmi e prendere, o no? Ero una creatura tremante o avevo il diritto.
9. Non capisco per quali ragioni è origine di tanta gloria il fatto di aver sottoposto al bombardamento una città assediata e non quello d’aver dato la morte a qualcuno con dei colpi d’ascia…
10. Se l’ammazzassimo e ci prendessimo e suoi soldi, per dedicarci poi con questi mezzi al servizio di tutta l’umanità e della causa comune, non credi che un solo piccolo delitto sarebbe cancellato da migliaia di opere buone? Per una vita, migliaia di vite salvate dallo sfacelo e dalla depravazione. Una morte sola, e cento vite in cambio: ma questa è aritmetica! E poi, che cosa conta sulla bilancia generale la vita di quella vecchiaccia tisica, stupida e cattiva? Non più della vita di un pidocchio, di uno scarafaggio; anzi, vale meno, perché quella vecchia è dannosa. Distrugge la vita altrui.
