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Frasi Piccolo Principe tramonto

"Il Piccolo Principe" è il romanzo più famoso dello scrittore francese Antoine de Saint Exupéry. È stato pubblicato nel 1943 ed è il libro francese più letto e tradotto nella storia. Racconta la storia di un giovane protagonista di un altro pianeta che viaggia attraverso l'universo in cerca di risposte. Ha commosso bambini, giovani e adulti grazie alle sue attuali riflessioni sulle relazioni umane. Nel libro la voce narrante del Piccolo Principe, ci mostra in modo semplice riflessioni sulla vita e sulle persone, su come man mano che cresciamo dimentichiamo i nostri gusti e sogni per soddisfare le richieste degli altri. Ci ricorda l'illusione con cui vedevamo le cose quando eravamo bambini, ci racconta storie basate sull'amicizia, l'amore, la tristezza, la ricchezza e la vita in generale.

Inoltre, Saint-Exupéry ci mostra l'incapacità degli adulti di comprendere la semplicità dei bambini, che non hanno bisogno di tanto per essere felici. Oltre ad essere un libro di lettura consigliata nel sistema educativo di diversi paesi, "Il Piccolo Principe" è una storia che conserva molta saggezza e lezioni di base per la vita. In questo articolo però, abbiamo voluto raccogliere le più belle frasi Piccolo Principe tramonto, una piccola sfaccettatura del romanzo che porta con sé tanta bellezza, semplicità e saggezza. Le riflessioni nascoste tra le frasi sul tramonto Piccolo Principe sono una metafora di vita, di quanto seppur alla fine, si possa godere della bellezza del momento.

Durante la lettura del romanzo, vi eravate mai accorti di quante riflessioni ci fossero in merito a questo particolare momento della giornata? E se è così, vi hanno mai affascinato le frasi Piccolo Principe tramonto? Leggendo questa splendida selezione di riferimenti presi dal romanzo, siamo certi che non potrete fare più a meno di guardare un tramonto, senza pensare alle parole poetiche di Antoine de Saint Exupéry. Vi invitiamo dunque a proseguire la lettura e a immergervi completamente nella magia di queste frasi Piccolo Principe tramonto.

Frasi Piccolo Principe tramonto

Quanti di noi hanno letto e goduto delle avventure de "Il Piccolo Principe" quando eravamo bambini o adolescenti? Di seguito trovate quindi la nostra bellissima selezione riguardanti le frasi Piccolo Principe tramonto, da cui potrete trarre enormi insegnamenti.

1. Oh, Piccolo Principe, ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica. Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti. Ho appreso questo nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:
“Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto…”
“Ma bisogna aspettare…”
“Aspettare che?”
“Che il sole tramonti…”
Da prima hai avuto un’aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:
“Mi credo sempre a casa mia!…”
Infatti. Quando agli Stati Uniti è mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta sulla Francia. Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto. Sfortunatamente la Francia è troppo lontana. Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo. E guardavi il crepuscolo tutte le volte che volevi…”
“Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatré volte!”
E più tardi hai soggiunto:
“Sai… quando si è molto tristi si amano i tramonti…”
“Il giorno delle quarantatré volte eri tanto triste?”
Ma il piccolo principe non rispose.

2. Il quinto pianeta era molto strano. Vi era appena il posto per sistemare un lampione e l’uomo che l’accendeva […].
“È divertente! I giorni da te durano un minuto!”
“Non è per nulla divertente”, disse l’uomo.
“Lo sai che stiamo parlando da un mese?”
“Da un mese?”
“Si. Trenta minuti: trenta giorni! Buona sera”.
E riaccese il suo lampione. Il Piccolo Principe lo guardò e sentì improvvisamente di amare questo uomo che era così fedele alla sua consegna. Si ricordò dei tramonti che lui stesso una volta andava a cercare, spostando la sua sedia. E volle aiutare il suo amico:
“Sai… conosco un modo per riposarti quando vorrai…”
“Lo vorrei sempre”, disse l’uomo. Perché si può essere nello stesso tempo fedeli`e pigri.
E il Piccolo Principe continuò: “Il tuo pianeta è così piccolo che in tre passi ne puoi fare il giro. Non hai che da camminare abbastanza lentamente per rimanere sempre al sole. Quando vorrai riposarti camminerai e il giorno durerà finché tu vorrai”.
“Non mi serve a molto”, disse l’uomo. “Ciò`che desidero soprattutto nella vita è dormire”.
“Non hai fortuna”, disse il Piccolo Principe.
“Non ho fortuna”, rispose l’uomo. “Buongiorno”. E spense il suo lampione.
Quest’uomo, si disse il Piccolo Principe, continuando il suo viaggio, quest’uomo sarebbe disprezzato da tutti gli altri, dal re, dal vanitoso, dall’ubriacone, dall’uomo d’affari. Tuttavia è il solo che non mi sembri ridicolo. Forse perché si occupa di altro che non di sé stesso. Ebbe un sospiro di rammarico e si disse ancora: questo è il solo di cui avrei potuto farmi un amico. Ma il suo pianeta è veramente troppo piccolo non c’è posto per due… Quello che il Piccolo Principe non osava confessare a se stesso, era che di questo pianeta benedetto rimpiangeva soprattutto i millequattrocentoquaranta tramonti nelle ventiquattro ore.

3. “Sire, su che cosa regnate?”
“Su tutto”, rispose il re con grande semplicità.
“Su tutto?”
Il re con un gesto discreto indicò il suo pianeta, gli altri pianeti, e le stelle.
“Su tutto questo?” domandò il Piccolo Principe.
“Su tutto questo…” rispose il re. Perché non era solamente un monarca assoluto, ma era un monarca universale.
“E le stelle vi ubbidiscono?”
“Certamente”, gli disse il re.
“Mi ubbidiscono immediatamente. Non tollero l’indisciplina”.
Un tale potere meravigliò il piccolo principe. Se l’avesse avuto lui, avrebbe potuto assistere non a quarantatré , ma a settantadue, o anche a cento, a duecento tramonti nella stessa giornata, senza dover spostare mai la sua sedia! E sentendosi un po’ triste al pensiero del suo piccolo pianeta abbandonato, si azzardò a sollecitare una grazia dal re:
“Vorrei tanto vedere un tramonto… Fatemi questo piacere… Ordinate al sole di tramontare…”
“Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all’altro come una farfalla, o di scriver e una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino, e se il generale non eseguisse l’ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io?”
“L’avreste voi”, disse con fermezza il Piccolo Principe.
“Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno può dare”, continuò il re.
“L’autorità riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, farà la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l’ubbidienza perché i miei ordini sono ragionevoli”.
“E allora il mio tramonto?” ricordò il Piccolo Principe che non si dimenticava mai di una domanda una volta che l’aveva fatta.
“L’avrai, il tuo tramonto, lo esigerò, ma, nella mia sapienza di governo, aspetterò che le condizioni siano favorevoli”.
“E quando saranno?” s’informò il Piccolo Principe.
“Ehm! Ehm!” gli rispose il re che intanto consultava un grosso calendario, “Ehm! Ehm! Sarà verso, verso, sarà questa sera verso le sette e quaranta! E vedrai come sarò ubbidito a puntino”.
Il Piccolo Principe sbadigliò. Rimpiangeva il suo tramonto mancato. E poi incominciava ad annoiarsi.
“Non ho più niente da fare qui”, disse il re.